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Newsletter 28 marzo - 3 aprile 2005

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N. 250 del  28 marzo - 3 aprile 2005

• Sieropositivi: particolari garanzie a tutela dei loro dati
• Le tecnologie informatiche e telematiche in Italia

Sieropositivi: particolari garanzie a tutela dei loro dati

Gli articoli di stampa riguardanti persone sieropositive devono rispettare particolari garanzie volte a prevenire l´ingiustificata diffusione di dati personali, come quelli relativi alle foto degli interessati. Anche in caso di diffusione di dati a margine di fatti all´attenzione della magistratura penale, qualora sussista la necessità di "allertare" persone che hanno avuto rapporti con soggetti sieropositivi, le forze di polizia devono adottare modalità rispettose della dignità e della riservatezza degli interessati.

Intervenendo a seguito di una segnalazione della Lila (Lega italiana per la lotta contro l´Aids), l´Ufficio del Garante ha invitato l´editore di un quotidiano a non pubblicare più, spontaneamente, la foto che ritraeva un giovane sieropositivo arrestato per altri fatti, ma sottoposto ad indagine per possibili lesioni nei confronti di  alcune donne. Il quotidiano ha aderito spontaneamente alla richiesta dell´Autorità ed ha interrotto l´ulteriore diffusione dell´immagine.

Ribadendo quanto già affermato a suo tempo per un caso analogo, l´Autorità ha richiamato l´attenzione sul fatto che la pubblicazione di foto riguardanti persone affette da virus Hiv può, in casi del genere, violare i principi sanciti dalla disciplina sulla protezione dei dati e dal codice di deontologia per l´attività giornalistica.

In particolare, l´Ufficio del Garante ha ricordato che si possono individuare modalità di informazione del pubblico assai più selettive rispetto alla divulgazione della fotografia e delle generalità dell´interessato, fornendo, cioè, elementi di informazione indiretti che permettano di raggiungere egualmente lo scopo di informativa prefissato (i luoghi frequentati, il periodo temporale di riferimento). In tal modo, è ugualmente possibile mettere in guardia persone che avrebbero potuto avere contatti  con l´interessato (mettendo a disposizione, ad esempio, informazioni più dettagliate attraverso numeri verdi o altri servizi di informazione e assistenza) evitando, al tempo stesso l´esposizione della persona sieropositiva ad una sproporzionata evidenza della propria immagine sui mezzi di informazione.

L´Autorità ha anche ricordato come la necessità di assicurare la doverosa tutela della dignità e della riservatezza alle persone sieropositive e l´obbligo di astenersi dalla diffusione di dati personali ed immagini da parte delle forze di polizia,  siano stati oggetto di due circolari del Ministero dell´interno  (27 novembre 2003 e 26 febbraio 1999) e di una circolare del Comando generale della Guardia di finanza (19 gennaio 2004).

La stessa recente sentenza della Corte europea dei diritti dell´uomo, dell´11 gennaio 2005, riguardante un caso italiano di diffusione di dati a seguito di conferenze stampa tenute da organi inquirenti, ha confermato inoltre il quadro di rigorose garanzie previste nella normativa italiana.
 


Le tecnologie informatiche e telematiche in Italia

L´Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu) studia le prospettive di sviluppo dell´ "ubiquitous computing" nel nostro Paese

L´Italia è posizionata in modo ottimale per beneficiare della diffusione pervasiva delle tecnologie informatiche e telematiche (ubiquitous computing), soprattutto perché tale diffusione sembra destinata a colmare il divario che tuttora esiste fra il Nord ed il Sud del Paese. Tuttavia, è necessario tenere conto dei rilevanti problemi che tale diffusione comporta, anche in termini di tutela della privacy di utenti e consumatori.
Queste conclusioni emergono dallo studio che l´ITU (International Telecommunications Union) ha pubblicato di recente proprio sulla diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche in Italia. Il rapporto è disponibile all´indirizzo http://www.itu.int/....pdf e contiene importanti indicazioni sullo stato dell´arte. Le interviste che i ricercatori dell´ITU hanno condotto con alcune figure di spicco nei vari settori, per le rispettive competenze, mostrano un quadro abbastanza variegato e fanno emergere la necessità di adottare specifiche cautele e garanzie per beneficiare appieno della pervasività tecnologica.

Per quanto riguarda la protezione dei dati personali, Mauro Paissan ha risposto alle domande degli intervistatori dell´ITU sottolineando le olte ombre che si associano alla diffusione delle ICT.

In particolare, nel rapporto si indica come la tendenza in atto verso l´integrazione e la convergenza delle tecnologie informatiche e della comunicazione possa apportare vantaggi considerevoli in termini di semplificazione e velocizzazione di numerose attività quotidiane. Tuttavia, occorre garantire che gli utenti siano coscienti delle conseguenze di tali sviluppi, e della possibilità che essi diano luogo a flussi di informazioni senza precedenti sui quali rischiano di non esercitare alcun controllo. Ciò vale, ad esempio, per tutti i servizi di localizzazione che utilizzino dati relativi all´ubicazione delle persone: è necessario fissare paletti ben precisi rispetto alle modalità di utilizzazione di questi dati, sulla base di un consenso espresso e realmente informato da parte delle persone interessate.

Paissan ricorda come il rapporto fiduciario fra utente e fornitore di servizi sia essenziale: la sfiducia nei confronti di alcune forme innovative di gestione dei rapporti fra consumatore e impresa (è il caso del commercio elettronico) ha rallentato, e sta tuttora rallentando, la diffusione delle tecnologie e, di conseguenza i, il conseguimento dei benefici attesi. Basti pensare, sempre in tale ambito, all´utilizzazione di dispositivi Rfid: se non si fa chiarezza sui meccanismi e le modalità di impiego di tali dispositivi, si rischia – secondo il componente del Garante -. di ingenerare false speranze o false paure fra i consumatori e gli utenti.

Nel rapporto si spiega che l´Italia è stata scelta proprio per l´altissimo tasso di diffusione della telefonia mobile e le prospettive di rapida implementazione di tecnologie quali la TV digitale. Sono settori sui quali il Garante ha recentemente fornito importanti indicazioni, che vanno nel senso sopra ricordato. La pervasività delle tecnologie non deve diventare invasività lesiva della sfera privata e del diritto alla protezione dei dati personali.


 

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