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'Censimento linguistico' in Alto Adige. Occorrono nuove modalita' di raccolta delle informazioni - 2 ottobre 2001

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´Censimento linguistico´ in Alto Adige. Occorrono nuove modalita’ di raccolta delle informazioni

"La raccolta sistematica delle dichiarazioni di appartenenza linguistica di tutti i cittadini, a fronte di un utilizzo dei dati che si rivela spesso solo occasionale ed eventuale, si pone in contrasto con i principi della legge e della direttiva europea sulla privacy e della convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali".

L’Autorità Garante ha completato l’esame delle questioni relative alla compatibilità tra la legge sulla privacy e le normative che regolano il censimento che si terrà in Alto Adige in ottobre.

Questo sistema prevede la raccolta, in occasione del censimento generale della popolazione, della dichiarazione di appartenenza linguistica di tutti i cittadini nella provincia di Bolzano, ivi compresi i minori a partire dai 14 anni. Queste dichiarazioni vengono conservate presso i locali uffici giudiziari e, a richiesta dell’interessato vengono rilasciate copie da presentare in determinate occasioni (partecipazione a concorsi pubblici, candidature alle elezioni, rapporti con le forze di polizia e la magistratura, ecc.).

L’esame era stato avviato all’inizio dell’anno con l’adozione di un primo provvedimento nel quale il Garante aveva rilevato come, pur in presenza di una compatibilità di fondo della vigente normativa, che trova fondamento nella Costituzione, fosse auspicabile da parte del legislatore una generale riconsiderazione del bilanciamento tra le norme sul censimento linguistico e il diritto alla riservatezza, tenuto conto del fatto che le informazioni raccolte hanno carattere sensibile (trattandosi di dati personali che possono essere assimilati alla tipologia dell’"origine etnica") e, secondo la direttiva europea sulla privacy, non dovrebbero essere di regola raccolte.

Con il provvedimento odierno il Garante si è occupato solo del profilo di sua competenza del trattamento dei dati senza entrare nel merito del più ampio problema della c.d. "proporzionale etnica". L’Autorità osserva innanzitutto come il quadro normativo internazionale, comunitario e nazionale di riferimento sia cambiato rispetto al periodo nel quale è stato varato l’attuale meccanismo di raccolta ed utilizzazione delle informazioni sull’appartenenza linguistica. Alla luce di questi mutamenti, la raccolta sistematica di tali dichiarazioni appare in contrasto con i principi di pertinenza e non eccedenza sanciti dalla normativa sulla privacy.

Anche considerando le garanzie attualmente introdotte nel sistema (consegna e conservazione delle dichiarazioni in busta chiusa, utilizzo solo a richiesta dell’interessato o per motivi di giustizia etc.), la gestione e la conservazione di un così alto numero di dati sensibili è potenzialmente lesivo del diritto alla riservatezza dei dichiaranti e comunque sproporzionato rispetto agli scopi perseguiti.

Per quanto, infatti, il sistema sia volto ad evitare il rischio che, tra un censimento e l’altro, gli interessati forniscano dichiarazioni di appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro per motivi di convenienza, l’obiettivo di tutelare alcune minoranze può essere perseguito con altri sistemi più rispettosi dei diritti della personalità che evitino periodici e generalizzati meccanismi di dichiarazione da parte di tutti i membri di un determinata comunità. Le attuali modalità di dichiarazione, peraltro, non garantiscono il diritto degli interessati di non far conoscere la propria appartenenza quando non è necessario e determinano un accumulo di informazioni potenzialmente lesivo e discriminatorio proprio nei confronti delle minoranze che si intendono tutelare.

L’Autorità ha suggerito, dunque, alcune soluzioni operative, quali, ad esempio, l’introduzione di un sistema di dichiarazioni ad hoc o di autocertificazione oppure, in considerazione dell’imminente censimento di ottobre, di prevedere che il modulo di dichiarazione dell’appartenenza linguistica, anziché essere inviato in busta chiusa all’ufficio giudiziario territorialmente competente, venga custodito direttamente dall’interessato.

Accanto alla richiesta di misure adottabili già a partire da questo censimento, il Garante ha anche esaminato l’articolato che il Governo ha predisposto sulla base del precedente parere dell’Autorità e ha fornito ulteriori indicazioni perché la raccolta dei dati avvenga con modalità che rispettino maggiormente la privacy degli interessati (riduzione dell’ambito di diffusione dei dati, obbligo di presentazione delle dichiarazione solo da parte degli idonei ad un concorso, sostituzione del riferimento alla madre lingua con il riferimento alla lingua prescelta etc.).

Il Garante ha infine segnalato al Governo, e alle altre istituzioni interessate, la necessità di giungere nel breve termine ad una soluzione che adegui normativamente il sistema della raccolta e del successivo utilizzo dei dati al rispetto della privacy dei cittadini della provincia di Bolzano.

Roma, 2 ottobre 2001